Don Facundo Bacardì y Maso

Fra i pionieri del rum cubano spicca il nome di un mercante di vini catalano che nel 1830 emigrò a Santiago, nell’estremo oriente di Cuba, il suo nome era Don Facundo Bacardì y Maso.

Bacardì tentò qualcosa di completamente nuovo, filtrare il rum il attraverso carbone vegetale per rimuovere congeneri, particelle ed altre impurità e poi invecchiarlo in botti di rovere. In poche generazioni, Bacardì diventò una delle più grandi imprese dell’isola. Dopo la Rivoluzione castrista del 1959 l’impresa fu espropriata e la famiglia lasciò Cuba. Il marchio era stato registrato alle Bahamas prima della rivoluzione e la famiglia aveva all’estero risorse importanti. Di fatto la produzione riprese presto a Porto Rico. Oggi Bacardi, ormai senza accento, è il primo produttore di rum al mondo. Una grande multinazionale con fabbriche in molti paesi e la sede centrale alle Bermuda.

Claudio Pierini

Copenhagen: il primo festival nordico del rum

Lo scorso Giugno  sono andato a Copenaghen (Danimarca) per assistere al primo NORDIC RUM FEST,  NFR 2019.

L’evento si è svolto tra il 30 Maggio e l’1 Giugno a “The Plant Copenhagen”, un  bello spazio di  1000 metri quadrati, e nella vicina  “Copenhagen Distillery “. Ecco i numeri: oltre 40 stand con più di 70 brand e più di 400  varierà di rum. Con una novità: nella Distilleria i visitatori potevano godersi un’esperienza di fabbricazione di rum, dalla fermentazione alla distillazione.

NFR 2019 è il primo (e unico, per ora) Festival del Rum in Scandinavia. E’ stato voluto, concepito e organizzato da Daniel Bascunan. Fondatore del “Copenhagen Rum Club” , Imbottigliatore Indipendente, esperto ed appassionato di rum, Daniel è un buon amico e un membro molto conosciuto della Rum Family.

Molte ed interessanti le Master Class. Sono stato particolarmente colpito da quelle di Richard Seale (Foursquare) e di Alexandre Gabriel (Maison Ferrand). Seale e Gabriel hanno, come è noto, punti di vista largamente differenti, potremmo persino dire opposti, sul tema dello rapporto tra Tradizione ed Innovazione nell’industria del rum. Come storico del rum, è un tema che mi interessa molto, ma su cui non ho ancora opinioni ben chiare e definite: devo studiarci ancora un po’. In ogni caso, sono due leader in questo campo ed anche due brillanti oratori, dai quali c’è sempre molto da imparare.

Sabato primo Giugno, nel Main Stage, si è tenuto un dibattito estremamente attuale ed interessante sul nuovo  Regolamento europeo sulle bevande alcoliche, ben condotto da Peter Holland. Un gruppo di professionisti ed esperti altamente qualificati hanno discusso le nuove regole appena approvate dall’UE. Il dibattito si è concentrato prevalentemente sullo zucchero. Il vecchio Regolamento 110/2008 proibiva di aggiungere zucchero od ogni altro dolcificante al rum, anche se non fu spesso veramente rispettato. La nuova norma, al contrario, cita: “Il rum può essere dolcificato per arrotondare il gusto finale. Tuttavia, il prodotto finito non può contenere più di 20 grammi di prodotti dolcificanti a litro.” Molto si è discusso  anche sull’uso, e spesso abuso, del termine “solera”.

E finalmente arriviamo al rum. Ovviamente non è possibile menzionare tutti i tipi di rum presenti. E so che ogni scelta corre il rischio di deludere gli esclusi, ma non posso farci niente. Nominerò solo alcuni prodotti i quali, per varie ragioni, hanno particolarmente catturato il mio interesse. La maggior parte di essi sono rum recenti o rum poco conosciuti dal pubblico. Vorrei chiarire che non sto dicendo che questi siano i rum migliori, assolutamente no! Sono i rum che per qualche motivo, ho trovato più intriganti o semplicemente che non conoscevo.

All’ inizio del Festival ho incontrato Knud Strand, che mi ha introdotto al MHOBA Rum del Sud Africa. Il Mhoba è fatto con il succo della canna, distillato in alambicco e non contiene coloranti  o additivi. I produttori affermano che l’intero processo di fabbricazione avviene nella loro azienda. Nuovo ed interessante.

Personalmente, amo i rum agricoli francesi, sopra tutti i meravigliosi rum bianchi non invecchiati, che nella mia modesta opinione non hanno nessun bisogno di invecchiare. Ed è sempre un piacere incontrare Jerry Gitany e Benoit Bail diffondere instancabilmente il vangelo del Rum Agricolo in tutto il mondo con i loro TOUR.

E ora, dato che siamo in Danimarca, ecco due brand danesi che meritano attenzione.

SKOTLANDER RUM: un rum fermentato, distillato ed invecchiato in Danimarca. Esatto, avete letto bene: fermentazione, distillazione e invecchiamento vengono tutti eseguiti in Danimarca. Ho parlato con Anders Skotlander, proprietario della marca, chiedendogli il Come ed il Perché della sua impresa. Sul Come, lui afferma che il freddo clima del Nord influenza il processo di fermentazione e l’invecchiamento. Per via delle basse temperature la fermentazione di melassa, succo fresco e sciroppo è inusualmente lunga, fino a 4 settimane. Inoltre durante il processo di maturazione, la Ditta lavora con diversi tipi di barili, per esempio ex sherry, bourborn, vino rosso ed altro, sia piccoli che grandi. Sul Perché la risposta è stata una sola: Passione. E credo che sia un’ottima risposta.

Infine, CTR SPIRITS è un importante importatore e distributore nel mercato danese. Michala Milwerts mi ha spiegato (in un italiano molto fluente!) che hanno deciso di creare una nuova etichetta, Alta Gama Rum, che si focalizza su come diverse quantità di zucchero cambino un rum. Hanno imbottigliato un rum di Guyana, lo stesso rum,  con quattro differenti livelli di zucchero aggiunto. Così tutte e quattro le edizioni contengono la stessa miscela di rum e l’unico fattore che cambia è il contenuto di zucchero. CRT SPIRITS è uno dei primi brand di rum in assoluto a dichiarare la quantità di zucchero nelle etichette delle bottiglie. Affermano che non è una brutta cosa aggiungere zucchero al rum, anche se è spesso criticata da molti, purché tu sia onesto e dichiari la quantità aggiunta.

I prodotti di cui ho parlato sono buoni esempi della crescente attenzione verso l’artigianato, l’ autenticità, l’ informazione al consumatore, ecc. Per riassumere: verso la Qualità.

Marco Pierini

Il Festival del Rum di New York

Il 14 e 15 giugno si terrà la terza edizione del New York Rum Festival, organizzato da RumLab.com . Seguendo l’esempio del Congreso di Madrid (ora rilocatosi anch’esso negli USA, a Miami), il primo giorno sarà dedicato al Rum Congress, mentre il secondo ci sarà il vero e proprio Rum Festival. Saranno presenti vere e proprie autorità del mondo del rum, come Richard Seale di Foursquare Distillery e Alexandre Gabriel di West Indies.

Per chi volesse saperne di più https://newyorkrumfest.com/

Claudio Pierini

Il nuovo Regolamento Europeo sulle Bevande Spiritose

Una notizia importante per il mondo del RUM e dei distillati in genere. Il 17 Aprile 2019 il Parlamento Europeo ed il Consiglio hanno approvato il nuovo

“REGOLAMENTO RELATIVO ALLA DEFINIZIONE, ALLA DESIGNAZIONE, ALLA PRESENTAZIONE E ALL’ETICHETTATURA DELLE BEVANDE SPIRITOSE”

Il nuovo Regolamento entrerà in vigore fra breve, dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.

Il nuovo Regolamento sostituisce il vecchio Regolamento 110/2008.

E’ un testo complesso, che richiederà una lettura attenta. Ad un primo sguardo, per quanto riguarda il RUM la novità più rilevante mi sembra la possibilità di aggiungere edulcoranti fino ad un massimo di 20 gr. per litro.

Il testo integrale in Italiano può essere letto e scaricato qui:
https://data.consilium.europa.eu/…/…/PE-75-2018-REV-1/it/pdf

Marco Pierini

A Copenaghen nasce un nuovo Festival del Rum

Il 2019 continua a rivelarsi pieno di novità nel mondo del rum: nasce a Copenaghen la Nordic Rum Fest, il primo festival del rum in Danimarca che, siamo sicuri, farà la gioia di tutti gli operatori del settore e appassionati nordeuropei. L’organizzazione è in capo a Daniel Nunez Bascunan, un grande esperto di rum a 360 gradi, da anni membro attivo della rum cummunity internazionale.

Il festival si terrà fra venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno, e ospiterà 40 stand dedicati al rum e ben 36 masterclass a tema.

Claudio Pierini

Il Cover-over negli Stati Uniti e il suo utilizzo

Porto Rico utilizza entrate cover-over per finanziare le attività di marketing e promozionali per le industrie rum. Gli importi esatti e la portata di queste attività non sono chiari in quanto non è disponibile una pubblicazione separata del bilancio. Tuttavia, una lettera dal Resident Commissioner di Porto Rico Pierluisi (e altri tre membri del Congresso) afferma: “Porto Rico utilizza attualmente una piccola frazione delle entrate derivanti dalle accise federali di circa il 6%, per promuovere rum portoricano in generale.” Il restante 94% rimarrebbe disponibile per le spese generali di Porto Rico, ma una parte consistente finisce in sussidio a un’importante multinazionale che con i suoi stabilimenti ha portato posti di lavoro nell’isola: Bacardi Ltd. I fondi destinati a Bacardi non risultano nei sussidi al rum portoricano generico.

Siamo in presenza di una situazione molto particolare, in cui il governo portoricano destina una piccola parte dei fondi a sostegno dei rum locali e una parte maggiore (e difficilmente quantificabile, in quanto la legislazione interna è complessa e nebulosa) alla più grande multinazionale del rum esistente al mondo.

Nelle isole vergini la situazione risulta più chiara: le USVI utilizzano diversi strumenti oltre al sussidio diretto per sovvenzionare la produzione di rum nelle USVI. L’Autorità per la Finanza Pubblica delle Isole Vergini (VIPFA) finanzia la spesa di infrastrutture pubbliche utilizzate quasi esclusivamente dall’industria rum. La dimensione del sussidio per l’industria del rum sponsorizzato dallo stato non è quindi trasparente o facilmente misurabile: le spese per le infrastrutture pubbliche che aiutano indirettamente l’industria rum e non sono in genere considerate un sussidio industriale, mentre le spese utilizzate per le infrastrutture di produzione del rum sono più dirette, anche se è ancora problematico misurare esattamente la sovvenzione. Quantificare il contributo significa stabilire quali costi, comprese le imposte e tasse, l’industria avrebbe dovuto sostenere senza l’assistenza pubblica, costi difficili da stabilire con esattezza, ma stimabili nell’ordine di grandezza di decine di milioni di dollari l’anno.

Oltre alla spesa per infrastrutture, recentemente, il VIPFA ha emesso una serie di obbligazioni speciali garantite dalla tassa rum per finanziare i produttori a condizioni più vantaggiose di quelle di mercato. Questi obbligazioni sono spesso indicate come “obbligazioni fiscali del rum.” Nel luglio 2008 l’assemblea legislativa delle USVI ha votato 10 a 5 a favore di un accordo contrattuale di 30 anni con Diageo, il creatore del Captain Morgan (popolare marca di rum) per iniziare le operazioni nelle USVI e per rimanerci almeno 30 anni.

Da tale accordo, il VIPFA si è mosso per portare avanti l’emissione delle cosiddette “obbligazioni fiscali del rum” che sono prodotte dai proventi del cover-over. Ci sono state due emissioni obbligazionarie dal VIPFA sostenute dalle entrate fiscali sul rum nel 2009.

Il 9 luglio 2009, la VIPFA ha offerto 250 milioni di dollari di obbligazioni fiscali di rum per “fare un prestito dal governo in modo tale da concedere a Diageo USVI di finanziare l’acquisto, la progettazione, la costruzione, lo sviluppo e l’allestimento di un magazzino per la produzione e maturazione di rum, e gli eventuali miglioramenti ed integrazioni, per essere collocato in St. Croix”.

In data 8 ottobre 2009, il VIPFA ha segnalato l’intenzione di emettere 105 milioni dollari di obbligazioni sul rum per un secondo produttore di rum, Cruzan. In cambio, Cruzan sarebbe d’accordo a rimanere nelle USVI per 30 anni. Il rapporto indica che i 30 milioni di dollari del prestito obbligazionario potrebbero finanziare un nuovo impianto di trattamento delle acque reflue e altri $ 75 milioni sarebbero versati per espandere la distilleria Cruzan. Il 27 ottobre 2009, l’assemblea legislativa delle USVI ha approvato l’emissione di obbligazioni sul rum per Cruzan.

Nel 2011 le USVI hanno fornito un supporto diretto pari a 18,7 milioni dollari per il rum Cruzan. Questo rappresenta circa il 19% della somma ricevuta in entrate da cover-over delle accise sul rum importato dalle USVI, a cui bisogna aggiungere la somma data a Diageo e ad altri produttori.

Claudio Pierini

Il Cover-over negli Stati Uniti e il suo utilizzo

Porto Rico utilizza entrate cover-over per finanziare le attività di marketing e promozionali per le industrie rum. Gli importi esatti e la portata di queste attività non sono chiari in quanto non è disponibile una pubblicazione separata del bilancio. Tuttavia, una lettera dal Resident Commissioner di Porto Rico Pierluisi (e altri tre membri del Congresso) afferma: “Porto Rico utilizza attualmente una piccola frazione delle entrate derivanti dalle accise federali di circa il 6%, per promuovere rum portoricano in generale.” Il restante 94% rimarrebbe disponibile per le spese generali di Porto Rico, ma una parte consistente finisce in sussidio a un’importante multinazionale che con i suoi stabilimenti ha portato posti di lavoro nell’isola: Bacardi Ltd. I fondi destinati a Bacardi non risultano nei sussidi al rum portoricano generico.

Siamo in presenza di una situazione molto particolare, in cui il governo portoricano destina una piccola parte dei fondi a sostegno dei rum locali e una parte maggiore (e difficilmente quantificabile, in quanto la legislazione interna è complessa e nebulosa) alla più grande multinazionale del rum esistente al mondo.

Nelle isole vergini la situazione risulta più chiara: le USVI utilizzano diversi strumenti oltre al sussidio diretto per sovvenzionare la produzione di rum nelle USVI. L’Autorità per la Finanza Pubblica delle Isole Vergini (VIPFA) finanzia la spesa di infrastrutture pubbliche utilizzate quasi esclusivamente dall’industria rum. La dimensione del sussidio per l’industria del rum sponsorizzato dallo stato non è quindi trasparente o facilmente misurabile: le spese per le infrastrutture pubbliche che aiutano indirettamente l’industria rum e non sono in genere considerate un sussidio industriale, mentre le spese utilizzate per le infrastrutture di produzione del rum sono più dirette, anche se è ancora problematico misurare esattamente la sovvenzione. Quantificare il contributo significa stabilire quali costi, comprese le imposte e tasse, l’industria avrebbe dovuto sostenere senza l’assistenza pubblica, costi difficili da stabilire con esattezza, ma stimabili nell’ordine di grandezza di decine di milioni di dollari l’anno.

Oltre alla spesa per infrastrutture, recentemente, il VIPFA ha emesso una serie di obbligazioni speciali garantite dalla tassa rum per finanziare i produttori a condizioni più vantaggiose di quelle di mercato. Questi obbligazioni sono spesso indicate come “obbligazioni fiscali del rum.” Nel luglio 2008 l’assemblea legislativa delle USVI ha votato 10 a 5 a favore di un accordo contrattuale di 30 anni con Diageo, il creatore del Captain Morgan (popolare marca di rum) per iniziare le operazioni nelle USVI e per rimanerci almeno 30 anni.

Da tale accordo, il VIPFA si è mosso per portare avanti l’emissione delle cosiddette “obbligazioni fiscali del rum” che sono prodotte dai proventi del cover-over. Ci sono state due emissioni obbligazionarie dal VIPFA sostenute dalle entrate fiscali sul rum nel 2009.

Il 9 luglio 2009, la VIPFA ha offerto 250 milioni di dollari di obbligazioni fiscali di rum per “fare un prestito dal governo in modo tale da concedere a Diageo USVI di finanziare l’acquisto, la progettazione, la costruzione, lo sviluppo e l’allestimento di un magazzino per la produzione e maturazione di rum, e gli eventuali miglioramenti ed integrazioni, per essere collocato in St. Croix”.

In data 8 ottobre 2009, il VIPFA ha segnalato l’intenzione di emettere 105 milioni dollari di obbligazioni sul rum per un secondo produttore di rum, Cruzan. In cambio, Cruzan sarebbe d’accordo a rimanere nelle USVI per 30 anni. Il rapporto indica che i 30 milioni di dollari del prestito obbligazionario potrebbero finanziare un nuovo impianto di trattamento delle acque reflue e altri $ 75 milioni sarebbero versati per espandere la distilleria Cruzan. Il 27 ottobre 2009, l’assemblea legislativa delle USVI ha approvato l’emissione di obbligazioni sul rum per Cruzan.

Nel 2011 le USVI hanno fornito un supporto diretto pari a 18,7 milioni dollari per il rum Cruzan. Questo rappresenta circa il 19% della somma ricevuta in entrate da cover-over delle accise sul rum importato dalle USVI, a cui bisogna aggiungere la somma data a Diageo e ad altri produttori.

Claudio Pierini

Il Cover-over negli Stati Uniti, dal 1917 a oggi

Le disposizioni del cover-over per il rum si estendono fin dal 1917 per le PR e dal 1954 per l’USVI. Le entrate dovute al cover-over non sono mai state designate per scopi specifici da parte del Congresso, una cosa particolare se si considera la loro entità: esse sono state pari nel 2011 a 459 milioni di dollari per Porto Rico e 99,5 milioni dollari per le USVI.

Il Congresso ha avviato i principi alla base del programma di cover-over del rum per Porto Rico ai sensi della legge Jones del 1917, anche se, ironia della sorte, la stessa legislazione vietava la produzione e la vendita di alcolici. L’atto stipulato, “a condizione che in futuro tutte le imposte riscosse in base alle leggi sulle entrate interne degli Stati Uniti in materia di articoli prodotti a Porto Rico [sic] e trasportati verso gli Stati Uniti, o consumati nell’isola devono essere rimesse nel tesoro di Porto Rico”.

Il Revised Organic Act del 1954 (PL 83-517) ha esteso il programma di cover-over per il rum alle USVI: “Saranno trasferiti e pagati al governo delle Isole Vergini degli importi così determinati, cioè una somma pari all’importo totale delle entrate riscosse da parte del governo delle Isole Vergini nel corso dell’anno fiscale, come certificato dal Controllore del Governo delle Isole Vergini. Il denaro così trasferito e pagato costituisce un fondo separato nel tesoro delle Isole Vergini e può essere speso come il legislatore stabilirà”.

La prossima clausola nel linguaggio legislativo prevede che il Presidente degli Stati Uniti o il suo rappresentante designato debbano approvare tali spese prima che le entrate da cover-over siano corrisposte ai due governi. Nel rapporto del Senato che accompagna il Revised Organic Act del 1954, il Congresso ha espresso il desiderio che l’USVI utilizzasse le entrate da cover-over per allentare la dipendenza delle USVI sugli stanziamenti periodici da parte del governo degli Stati Uniti. Secondo il rapporto, nel quadro di un sistema di cover-over, “il popolo delle Isole Vergini avrebbe di gran lunga maggiore grado di controllo sulle loro finanze che con il sistema attuale”.

Il rapporto continua, raccomandando che “il popolo delle Isole Vergini concentri il suo sforzo per stimolare e incrementare il business in ogni modo possibile.”

Ancora una volta, il Congresso non delinea usi specifici per le entrate da cover-over, e proprio questa mancanza avrà un impatto tremendo sull’utilizzo di questi fondi, “tradendo” lo spirito iniziale della norma. Quello stesso anno, due produttori di rum hanno iniziato la produzione nelle USVI, Cruzan VIRALE Ltd. e Brugal.

Come osservato in precedenza, il Caribbean Basin Economic Recovery Act del 1983 (PL 98-67), prevede che tutte le entrate da accise federali sul rum importati negli Stati Uniti da qualsiasi fonte, incluso qualsiasi altro paese straniero, dovranno essere rimesse alle tesorerie di PR e USVI. La formula per dividere il ricavo tra le USVI e PR è complicata, ma si basa all’incirca sulla quota di mercato relativa di rum che ognuno dei due Stati produce. Nella relazione che accompagna l’atto, il Congresso ha chiarito che “il disegno di legge non impone restrizioni sugli usi a cui il Governo delle Isole Vergini o il Governo di Porto Rico potranno imputare i ricavi che ricevono da questa disposizione”.

Il Deficit Reduction Act del 1984 (PL 98-369) ha posto un tetto al rimborso delle accise sul rum e altri distillati. La legge del 1984 ha aumentato il tasso d’imposta federale sugli alcolici da 10,50$ al gallone a 12,50$; la successiva legislazione ha aumentato il tasso a 13.50$ al gallone. Nell’Omnibus Budget Reconciliation Act del 1993 (OBRA93, PL 103-66) è stato aumentato temporaneamente il tetto di 11,30$ al gallone, efficace per le spedizioni di rum e distillati portati negli Stati Uniti fino al 30 settembre 1998.

Con la scadenza del temporaneo aumento di OBRA93 del tetto dello sconto, il limite è tornato al suo livello precedente di 10,50$. La lista del Work and Work Incentives Improvement Act del 1999 (P.L. 106-170) and il Job Creation and Worker Assistance Act del 2002 (P.L. 107-147), tuttavia, ha disposto un aumento del tetto a 13,25$ al gallone fino al 31 Dicembre 2003.

In concomitanza con l’estensione di una serie di altre disposizioni fiscali, il Working Families Tax Relief Act del 2004 (PL 108-311) estese l’importo 13,25$ fino al 2005. Il Tax Relief e il Health Care Act del 2006 (PL 109-432) hanno esteso l’importo 13,25$ fino al 2007. Il 3 ottobre 2008, il Tax Extenders e l’Alternative Minimum Tax Relief Act del 2008 (P.L. 110-343) hanno esteso il covered-over fino agli anni d’imposta 2008 e 2009. Nel 111° Congresso, avvenuto il 9 dicembre 2009, la Camera ha approvato il Tax Extenders Bill del 2009 (HR 4213), che comprendeva un’estensione del covered-over a livello di 13,25$ per l’anno fiscale 2010 e 2011, ed è poi stato ulteriormente prorogato nella trattativa per evitare il cosiddetto “fiscal cliff”.

Claudio Pierini

Il Cover-over negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti sono imposte delle accise all’importazione di prodotti alcolici dall’estero. Un’eccezione, tuttavia, è fornita dalla Sezione 7652 dell’Internal Revenue Code, che applica una accisa speciale per articoli prodotti nei Territori Autonomi di Puerto Rico (PR) e delle United States Virgin Islands (USVI) e spediti negli Stati Uniti. Tale accisa è uguale a tutte le accise che si applicano a un elemento identico prodotto in uno dei cinquanta Stati o del Distretto di Columbia, quindi i produttori di Porto Rico e delle USVI sono equiparati dal punto di vista delle accise ai produttori statunitensi.

Quindi, il rum che viene prodotto sia nel USVI sia a Porto Rico e che viene venduto negli Stati Uniti è soggetto alla stessa imposta come rum prodotto negli Stati Uniti. La maggior parte del gettito dell’accisa sull’importazione di alcol dall’estero, tuttavia, viene restituito (“covered-over”) da parte del governo federale proprio alle tesorerie di PR e la USVI.

Inoltre, la legge del 1983 per la ripresa economica del bacino caraibico (Caribbean Basin Economic Recovery Act, P.L. 98-67) prevede che tutte le entrate dalle imposte federali sul rum importato negli Stati Uniti da qualsiasi fonte, inclusi qualsiasi paese straniero, siano rimesse alle tesorerie di Porto Rico e delle USVI, trasformando il business del rum in un vero e proprio “affare di Stato”.

Claudio Pierini

La Rum University

Ogni anno negli Stati Uniti si svolge uno degli eventi formativi più importanti per i professionisti del mondo del rum: la Rum University. Essa consiste in 5 giorni intensivi di corsi sul rum (dalla sua storia alla sua fabbricazione, dalla legislazione alla classificazione) che si tengono alla Moonshine University di Louisville, Kentucky.

L’ideatore, fondatore e principale docente della Rum University è Luis Ayala: consulente esperto per distillerie, editore della rivista “Got Rum?”, proprietario e fondatore di Rum Central che gestisce insieme alla moglie Margaret, Ayala è una delle massime autorità all’interno della rum community.

Quest’anno il corso della Rum University si è tenuto dal 4 all’8 febbraio. Questo è il programma che è stato seguito dall’evento:

Day 1: The Business of Rum. We will guide you through the economic and political landscape of the industry, so you understand your competitors’ advantages and disadvantages.

Day 2: The Classifications of Rum. We analyze commercially available rums to identify their organoleptical characteristics and associated product ion costs.

Day 3: The Art of Rum Making. You will spend an entire day exploring the distillation of rum, understanding cuts and derived styles, using laboratory and production stills.

Day 4: History and Science of the Barrel. You will spend a full day exploring and understanding rum’s transformation inside the barrel.

Day 5: Essential Rum Laboratory and Techniques & Introduction to Rum Blending. On the last day of the course, you will devote time to understanding and using laboratory techniques, culminating in your blending of three different rums.

Per chi volesse saperne di più http://www.gotrum.com/the-rum-university

Claudio Pierini