Copenhagen: il primo festival nordico del rum

Lo scorso Giugno  sono andato a Copenaghen (Danimarca) per assistere al primo NORDIC RUM FEST,  NFR 2019.

L’evento si è svolto tra il 30 Maggio e l’1 Giugno a “The Plant Copenhagen”, un  bello spazio di  1000 metri quadrati, e nella vicina  “Copenhagen Distillery “. Ecco i numeri: oltre 40 stand con più di 70 brand e più di 400  varierà di rum. Con una novità: nella Distilleria i visitatori potevano godersi un’esperienza di fabbricazione di rum, dalla fermentazione alla distillazione.

NFR 2019 è il primo (e unico, per ora) Festival del Rum in Scandinavia. E’ stato voluto, concepito e organizzato da Daniel Bascunan. Fondatore del “Copenhagen Rum Club” , Imbottigliatore Indipendente, esperto ed appassionato di rum, Daniel è un buon amico e un membro molto conosciuto della Rum Family.

Molte ed interessanti le Master Class. Sono stato particolarmente colpito da quelle di Richard Seale (Foursquare) e di Alexandre Gabriel (Maison Ferrand). Seale e Gabriel hanno, come è noto, punti di vista largamente differenti, potremmo persino dire opposti, sul tema dello rapporto tra Tradizione ed Innovazione nell’industria del rum. Come storico del rum, è un tema che mi interessa molto, ma su cui non ho ancora opinioni ben chiare e definite: devo studiarci ancora un po’. In ogni caso, sono due leader in questo campo ed anche due brillanti oratori, dai quali c’è sempre molto da imparare.

Sabato primo Giugno, nel Main Stage, si è tenuto un dibattito estremamente attuale ed interessante sul nuovo  Regolamento europeo sulle bevande alcoliche, ben condotto da Peter Holland. Un gruppo di professionisti ed esperti altamente qualificati hanno discusso le nuove regole appena approvate dall’UE. Il dibattito si è concentrato prevalentemente sullo zucchero. Il vecchio Regolamento 110/2008 proibiva di aggiungere zucchero od ogni altro dolcificante al rum, anche se non fu spesso veramente rispettato. La nuova norma, al contrario, cita: “Il rum può essere dolcificato per arrotondare il gusto finale. Tuttavia, il prodotto finito non può contenere più di 20 grammi di prodotti dolcificanti a litro.” Molto si è discusso  anche sull’uso, e spesso abuso, del termine “solera”.

E finalmente arriviamo al rum. Ovviamente non è possibile menzionare tutti i tipi di rum presenti. E so che ogni scelta corre il rischio di deludere gli esclusi, ma non posso farci niente. Nominerò solo alcuni prodotti i quali, per varie ragioni, hanno particolarmente catturato il mio interesse. La maggior parte di essi sono rum recenti o rum poco conosciuti dal pubblico. Vorrei chiarire che non sto dicendo che questi siano i rum migliori, assolutamente no! Sono i rum che per qualche motivo, ho trovato più intriganti o semplicemente che non conoscevo.

All’ inizio del Festival ho incontrato Knud Strand, che mi ha introdotto al MHOBA Rum del Sud Africa. Il Mhoba è fatto con il succo della canna, distillato in alambicco e non contiene coloranti  o additivi. I produttori affermano che l’intero processo di fabbricazione avviene nella loro azienda. Nuovo ed interessante.

Personalmente, amo i rum agricoli francesi, sopra tutti i meravigliosi rum bianchi non invecchiati, che nella mia modesta opinione non hanno nessun bisogno di invecchiare. Ed è sempre un piacere incontrare Jerry Gitany e Benoit Bail diffondere instancabilmente il vangelo del Rum Agricolo in tutto il mondo con i loro TOUR.

E ora, dato che siamo in Danimarca, ecco due brand danesi che meritano attenzione.

SKOTLANDER RUM: un rum fermentato, distillato ed invecchiato in Danimarca. Esatto, avete letto bene: fermentazione, distillazione e invecchiamento vengono tutti eseguiti in Danimarca. Ho parlato con Anders Skotlander, proprietario della marca, chiedendogli il Come ed il Perché della sua impresa. Sul Come, lui afferma che il freddo clima del Nord influenza il processo di fermentazione e l’invecchiamento. Per via delle basse temperature la fermentazione di melassa, succo fresco e sciroppo è inusualmente lunga, fino a 4 settimane. Inoltre durante il processo di maturazione, la Ditta lavora con diversi tipi di barili, per esempio ex sherry, bourborn, vino rosso ed altro, sia piccoli che grandi. Sul Perché la risposta è stata una sola: Passione. E credo che sia un’ottima risposta.

Infine, CTR SPIRITS è un importante importatore e distributore nel mercato danese. Michala Milwerts mi ha spiegato (in un italiano molto fluente!) che hanno deciso di creare una nuova etichetta, Alta Gama Rum, che si focalizza su come diverse quantità di zucchero cambino un rum. Hanno imbottigliato un rum di Guyana, lo stesso rum,  con quattro differenti livelli di zucchero aggiunto. Così tutte e quattro le edizioni contengono la stessa miscela di rum e l’unico fattore che cambia è il contenuto di zucchero. CRT SPIRITS è uno dei primi brand di rum in assoluto a dichiarare la quantità di zucchero nelle etichette delle bottiglie. Affermano che non è una brutta cosa aggiungere zucchero al rum, anche se è spesso criticata da molti, purché tu sia onesto e dichiari la quantità aggiunta.

I prodotti di cui ho parlato sono buoni esempi della crescente attenzione verso l’artigianato, l’ autenticità, l’ informazione al consumatore, ecc. Per riassumere: verso la Qualità.

Marco Pierini

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